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Per la serie abbiamo provato per voi. Scuse a prova di maestra inglese.   2 comments

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Qualche scusa per evitare di accompagnare la classe dei vostri marmocchietti urlanti e sudanti, alla gita scolastica della settimana o ad altre svariate attività ludiche che prevedono viaggi in pulman e/o obbligo di stivali di gomma (orrore!!) o scarpe senza tacco (doppio orrore!!)

 

#1 Mi sono appena fatta montare 3 cm di unghie rinforzate al plutonio e ancora non ho ancora riacquistato il completo controllo delle mani

#2 Ho appuntamento per farmi mettere le esctenscions. Non posso proprio rinviare. La stilista di Princess Kate viene apposta da Londra

#3 Domani devo essere in questura alle 11 per la firma settimanale. Come dice? No, niente una vecchia storia e poi quella roba che hanno trovato in macchina non era mica mia! 

 

# 4 Ho questa rara allergia ai bambini. Degli altri. A volte anche ai miei.

 

#5 Oh sì  la accompagno volentieri!! Pensi che sono due giorni che non esco di casa! Abbiamo dovuto fare una disinfestazione da pidocchio (sgrat sgrat!!) Come dice? Ha già un altro volontario? Peccato! Verrò un’altra volta!

#6 Non posso!! Viene l’esperto di fen shui a riequilibrarmi il salotto!

#7 Mi hanno chiamato per un provino per l X factor.

#8 Non posso per motivi religiosi.

 

Per la cronaca. Queste sono le scuse che mi vengono in mente DOPO aver detto che certamente signora maestra! L’accompagno volentieri alla gita alla fattoria della patata, nel villaggio dimenticato da dio alla fine del mondo! Alle maestre inglesi non so dire di no. Sono sempre così gentili, sorridenti e piene di entisiasmo, come si fa a dire di no? Mio marito dice che sotto sotto sono  una tenerona e tutti riescono a intortarmi.

 

E ora scusatemi, ma devo andare a cercare quei maledetti stivali di gomma! 

Pubblicato Maggio 15, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Stai serena, e` solo cacca!   11 comments

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“Cabinet medical du Dr Doc, je vous ecoute?”

“Pronto? Prontoooo? Mi senteee? Sono Audrey, avrei una certa urgenza, c’e` ancora il dottore?”

“Si` si`, stava per uscire “

“Prontooooo?! Prontooooo?!”
“Si` Audrey, ti sento. Che succede?”
Audrey si ricompone parzialmente.
“Dunque la Gnoma mi ha appena annunciato che stamattina, nella cacca che ha fatto, c’era ….. uuuuh che schifo …. non riesco a dirlo.”
“Cosa c’era Audrey?”
“Un verme. Dice che c’era un verme”
“Audrey, devi stare calma. Che se no spaventi la bambina.”
“Ma quale spavento la bambina! Quella e` tutta contenta! Si e` fatta dare due euro dal fratello per poter guardare il verme e ne voleva altri due per lasciarglielo tirar su dal water con un bastoncino”
“Ma tu l’hai visto sto verme?”
“Io, veramente no. Non mi hanno detto niente. Li ho sentiti ora che ne parlavano”
“Come lo ha descritto?”
“Descrittooooo? Descrittooo? Ma io gia` mi sto sentendo male cosi` !!! Aspetta che chiedo”
“…..”
“Dice che era come uno spaghetto”
“Allora potrebbe essere una tenia, ma e` piuttosto rara e poi la piccoletta non ha altri sintomi, vero?”
“No, sta benissimo!”
“Guarda, nove volte su 10 questi vermi li vedono solo loro. Pero` e` il caso di monitorarla”
“Vale a dire?”
“Vale a dire che ti deve dire quando fa la cacca e tu vai e controlli.”
“Controllo? Vuoi dire … la cacca?”
“Si` Audrey controlli la cacca. E se vedi i vermi anche tu, allora le facciamo fare una curetta”
“Ma io non ce la faccio a mettere il naso nella cacca della Gnoma. Vuoi che muorooooo? Stasera andiamo al ristorante indiano. L’hai mai vista una cacca dopo il ristorante indiano? Ma non si potrebbe farle fare un prelievo di sangue? O darle comunque un vermifugo ? Aspetta, no, potrei farle fare la cacca nel vasino, sigillarlo col domopack e portarlo al laboratorio , oppure potrei ….”
“Arrivederci, Audrey. Stai serena e` solo cacca.”
Audrey riattacca e si siede sconsolata. In sottofondo si sente la voce cantilenante della Gnoma.

“Mamma, mamma, se e` davvero un verme, lo possiamo tenere? Possiamo? Eh, che dici? Possiamo? Di` di si` mamma, pleeeeeease!!!!!”

Pubblicato aprile 27, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Once upon a time ….   6 comments

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C’era una volta un Granducato piccolo piccolo piccolo nel bel mezzo dell’Europa. E in questo Granducato c’era una Grande Città. E miglia e miglia lontano dalla grande città c’era un villaggio con tante casettine, fiorellini e mucche che fanno il latte e talvolta anche la cacca.

In una di queste casette viveva una Signora con il suo Alfa marito e due bimbi tutti  belli, simpatici e gentili, seppure a targhe alterne. Questa  Signora aveva avuto tutto dalla vita per essere felice e contenta foreverafter, ivi inclusi   quattro grandi armadi alti fino al soffitto tutti pieni di scarpe e borse e vestiti e una collezione di cappelli vintage di ogni sorta di cui andava particolarmente fiera.

Era contentona la Signora? Col cavolo che.

Tutte le mattine si addannava a cercare quaderni scomparsi, scarpe scompagnate, calzini misteriosamente svaniti e astucci dimenticati. Come se non ci fosse un domani. Come se mandare a scuola i figli con tutti gli accessori giusti fosse una questione di vita o di morte.  La sciagurata madre aveva persino fatto una check-list con i colori assortiti e l’aveva appesa in bella mostra nell’ingresso, per facilitarsi il compito. Ma glielo facilitava? Col cavolo che. Perché la sventurata non capiva che  il disordine e il caos sono parte della vita quando si hanno figli ed è inutile addannarsi a cercare di batterlo sul tempo. Quello, il caos, e` sempre una spanna avanti a noi.

E la Signora alzava la voce. Ogni giorno un pochino di piu`. E ogni volta si sentiva stupida e inadeguata, ma non riusciva a controllare quell’ansia che la prendeva quando non trovava qualcosa. O quando i bimbi non erano pronti in tempo.

Una mattina i suoi urli risvegliarono la Fata della Marana.

“Oeh Signo`, m’hai scucciato co’ ‘sta camurria tutti i santi giorni! Beccate ‘sto incantesimo acca` e statte bbbuono!”
La Fata della Marana era emigrata nel Granducato molti anni prima della Signora ma non aveva perso l’accento.

La Signora colta da oscuro presentimento corse ad aprire i suoi armadi e quello che vide le gelo` il sangue. Dagli scaffali della scarpiera erano sparite tutte le scatole trasparenti dove conservava le sue belle calzature a tacco 12 e giu` di li`. Al loro posto erano comparse file e file di sandali Birkenstock, nelle declinazioni di rosa, verde acqua e arancione. Talune avevano anche i pupazzetti Hello Kitty gia` attaccati sopra. Continuo` freneticamente ad aprire gli armadi uno dopo l’altro, ma non si era salvato niente. I vestiti a portafoglio, i tubini neri e le borse …. tutto scomparso. Gli scaffali erano stipati di jeans scoloriti a vita alta, camicie color pastello e “nooooooooo!” Urlo` la Signora “la borsa a tracolla tipo Tolfa nooooooooooo!”

“T’aggio risistemato u’ guardarobba signo`!” disse la Fata della Marana “Fino a quando non imparerai ad essere gentile e tollerante con i tuoi bei bambini, e a controllare quel cavolo di caratteraccio che ti ritrovi, specie alla mattina prima del terzo caffe`, i tuoi vestiti me li tengo io”.
“Aspetta, ma un minuto fa non parlavi con l’accento napoletano?” obbietto` la Signora mentre cercava di rimuovere un’incrostatura di strass dalla tasca posteriore di un paio di jeans.
“Questa e` la mia favola e io parlo come mi aggrada? T’è capi` Testulin!? Ti consiglio di cominciare a fare gli esercizi di respirazione yoga, con un po’ di buona volontà per Natale riavrai i tuoi stivali di pelle. Forse. ” E drappeggiandosi addosso un vestitino Diane Von Furstenberg, collezione Vintage 1976, a scacchi bianchi e verdi, usci` dalla porta del giardino.

E questa e` la storia che raccontero` stasera ai due gnomi, sperando mi possano perdonare la sfuriata di questa mattina.

Pubblicato aprile 19, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Comunicazione di servizio   9 comments

Qualcuno può cortesemente darmi informazioni su come iscrivermi al concorso Marito Grullo dell’anno? Vinco di sicuro.

 Alfa, che è a Londra per il fine settimana, ha pensato bene di creare un conto Facebook per la su’  mother  (mia suocera) la quale, come primo atto ufficiale di governo, mi ha subito chiesto l’amicizia. Adesso che faccio? Creo un profilo alternativo per le minkiaggini non suocera-friendly? Chiudo il conto? Me la prendo con gli hackers ( dopotutto se funziona per Grillo….)? Spargo la voce che Zuckerberg ha deciso di far cassa e farà pagare una tassa di iscrizione?

Pubblicato aprile 14, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Di domeniche piovose, di attitudine alle yoga e di dubbi dello Gnomo   4 comments

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Domenica pioveva. Sai che novità, piove ininterrottamente da 3 mesi.

A casa mia, quando Alfa non è in viaggio, è vietato stare stravaccati sul divano a far niente. E naturalmente, quando Alfa è in viaggio, noi tre non si fa altro che stare stravaccati sul divano. Una volta un amichetto dello Gnomo ebbe l’impudenza di venire a suonare alla porta per invitarlo a farsi un giro in bici. Gnomo fece presente che era “Pigiama day” a casa nostra, vale a dire un giorno in cui non solo stiamo stravaccati, ma per resistere alla tentazione di qualsiasi attività, restiamo in pigiama tutto il giorno. E sapete cosa è successo? L’amico dello gnomo si è ripresentato dieci minuti dopo. Si era portato il pigiama e anche due altri bambini raccattati nel vicinato che pure loro volevano fare ‘sto pigiama day. Uno dei due parlava solo Lussemburghese, non ti dico che storia per capire se i genitori sapessero che si trovava a casa mia (da pigiama day a prigione day per sottrazione di minore il passo è breve). Alla fine si sono spaparanzati sul divano a  guardare Shrek Forever After e si sono mangiati tutti i popcorn.

Domenica invece Alfa ha tirato fuori la piattaforme della wii fit.

“Facciamo lo yoga!” ha puntualizzato dopo aver visto la mia espressione di puro terrore “Lo yoga ti piace no? Così mi insegni!”.

Mio marito è un abile negoziatore e io non avevo abbastanza caffeina in corpo per resistere, così un quarto d’ora dopo eravamo belli sistemati, tutti e due in calzoncini corti, sulle rispettive piattaforme. Sì ne abbiamo due, regali di mia cognata che per oscuri motivi ritiene che abbia bisogno della mia wii fit personale. Ma che idea balzana.

 

Comunque. Pronti, ai posti, via.

Mio marito dello yoga … ma neanche le basi. Però è un tipo supersportivo e quindi si lancia ovunque con entusiasmo. Che dio lo fulmini.

Posizione dell’albero.

“Allora Alfa, solleva la gamba e appoggia il piede destro contro il ginocchio sinistro”

“No, Audrey” ribatte Alfa indicando la silhouette della istruttrice sul video “Quella è la gamba sinistra che sta sollevando, quindi piede sinistro contro ginocchio destro…”

A me già mi giravano prima di dovermi metter in calzoncini.

“No Alfa, l’immagine è speculare, quindi se lei alza la gamba destra….”

“Vuoi dire la sinistra?”

“Sì, cioè no. Adesso mi hai confuso. Allora quando lui alza la gamba destra….”

“Ma come lui, credevo fosse una donna ….”

“Ma che cavolo importa se è un uomo o una donna? Devi solo copiare i movimenti!!!”

“Ma Audrey, se è una donna allora sta messa di spalle, se no si vedrebbero le boobies  e quindi l’immagine non è più speculare e quindi quando lei alza la gamba sinistra ……”

“Right!”

“Right nel senso di destra o nel senso che ho ragione io?”

“RIGHT nel senso di” right up to here!!!!” che ne ho abbastanza dello yoga di te e di questa cavolo di piattaforma wii. E ora vado a farmi un caffe`!!!!”

Stravaccato sul divano, Gnomo ha assistito al siparietto dei due genitori un po’ storditi che non distinguono la destra dalla sinistra. Scavicchia un auricolare dell’i-Pod dalle orecchie fa un cenno rassegnato alla sorella nella nostra direzione. Lei alza gli occhioni dal disegno che sta facendo e lo guarda interrogativa. E Gnomo  le  dice: “Mi sa tanto che io e te siamo stati adottati!”

Pubblicato aprile 10, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Un Network non proprio social ….   11 comments

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Sto preparando le valigie che domani si va in Spagna (dove la rana gracida in campagna, per quelli che hanno visto la versione italiana di My Fair Lady). Per una settimana la connessione internet sarà approssimativa, o inesistente.

Che a volte è un bene.

Negli ultimi giorni ho notato come Facebook si sia popolato improvvisamente di esperti di ogni genere: sociologia, psicologia, politica interna e politica estera. Medicina tradizionale, medicina alternativa e diplomazia internazionale. Tutti sembrano avere un’opinione ben formata (seppure non sempre in-formata) su tutto, e la sbandierano a voce alta. E per completezza di informazione ti avvertono già da subito che se non sei d’accordo con loro puoi anche andare a quel paese, direttamente e senza passare dal via. Io che pensavo che il peggio di Facebook fossero le bimbominkiaggini mie, che carico su foto di scarpe, paesaggi marini o al massimo qualche foto degli gnomi per il red nose charity day, mi sono trovata a dover “spegnere” qualcuno dei miei contatti e ad oscurarne altri. Perchè mi veniva il voltastomaco a leggere la loro roba di prima mattina.

Libertà di espressione? Assolutamente! Globalizzazione del confronto e circolazione delle idee? D’accordissimo!

Però con un ciccinin di classe, per favore.

Una delle prime persone per cui ho lavorato, quando sono sbarcata qui, mi ha dato un consiglio preziosissimo in fatto di comunicazione. Quando sei arrabbiata, o semplicemente frustrata con qualcuno con cui lavori perchè ha fatto una cappellata gigante e tu ora sei nella cacca fino al collo per colpa sua, prima di premere il tasto “invio” dell’ email fumante che gli hai scritto, salvalo come bozza per cinque o dieci minuti. Poi riaprilo e vedi se tutto quello che hai scritto è davvero necessario. Spesso non lo è.

Ecco, spesso le uscite su fb non sono necessarie per niente.

Una buona pasqua cioccolatosa a tutti !

 

Pubblicato marzo 26, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Rimmel (e qualcosa rimane, tra le pagine chiare e le pagine scure)   14 comments

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h10.45.

Ci ho messo dieci minuti buoni a ricordarmi cosa fosse quella scritta a matita, inequivocabilmente mia scrittura, sulla mia agenda alla giornata di ieri. Dieci minuti di panico. Cosa ho dimenticato? Dove dovevo essere alle 10.45? Quale colloquio con quale maestra di quale figlio ho dimenticato? O che forse Antonio Banderas, letto il mio ultimo post mi abbia telefonato e dato appuntamento per mostrarmi che gallina o no è ancora un superficaccio? Sottotitolo CREDICI.

No, 10.45 è l’orario di partenza del volo di Alfa. Ormai sono sempre un passo avanti e mi faccio dare orari e giorni direttamente dalla segretaria. Utile. Se poi non mi dimenticassi di scrivere anche “Partenza Alfa” vicino all’orario del volo.

Così mio marito è tornato e già ripartito.

Ieri ho recuperato i cicci all’uscita di scuola. li ho portati in piscina, nuotato le 10 vasche istituzionali (15 secondo la stampa, 5 vasche secondo i dati della questura) docciato e asciugato tutti, riapplicato il trucco – non so se avete presente l’effetto combinato di assenza di trucco e segnacci dell’occhialetto da piscina…. un bijou.

Dicevo rimetti il trucco al volo mentre gnomo va a parlare con la signora della cassa per vedere se qualcuno ha trovato le sue scarpe. Ditemi per favore che anche i vostri figli scordano tutto ovunque, perché inizio a pensare di avere un serio problema tra le mani. Capisco dimenticare giacche e cappelli, ma le scarpe?

Anyway, le scarpe del nano sono state recuperate, i bambini portati a giocare da due amichetti e io sono andata a prendere Alfa all’aeroporto.

Mi ha portato dei bei regali: oltre al solito mazzetto di riviste di moda mi ha comprato un assortimento di boccette della mia colonia preferita, Jo Malone, declinato in tutte le sfumature, dall’arancia amara e cannella al basilico e ambra.

A proposito di cannella, gli avevo chiesto di comprare qualche spezia ed è tornato con un intero suq. Oltre alle “4 spices”, “all spices”, zafferano e tutto il cocuzzaro, mi ha portao della cannella. In bastoncini. Ma la cannella al naturale assomiglia un po’ ad un truciolo di legno gigante? No perché se così non fosse nel suq di Abu Dhabi c’è un signore che ancora starà ridendo del tipo inglese a cui ha venduto dei pezzi di legno spruzzati con l’Arbre Magique. Ma la cannella si grattugia? O come direbbe Bersani/Crozza “Oh ragassi? Non stiamo mica qui a grattuzare i bastoncini di canella?”

Comunque mentre io e Alfa ce la raccontavamo e bevevamo il te, suonano alla porta.

E` il postino con un pacco da consegnare. Mentre firmo la ricevuta il postman alza gli occhi e mi fa: “Madame, vous avez un truc bizarre sur les yeaux” – Avete una roba strana sugli occhi. Chiudo la porta, controllo allo specchio …. ORRORE!! Il trucco applicato un po’ in fretta nell’ambiente umido della piscina è migrato inesorabilmente a sud, peggio che le rondini in inverno, lasciando dei tratturi non proprio verdeggianti tra la palpebra inferiore e lo zigomo. Orrore! E soprattutto, ma per quanto tempo sono andata in giro così? E ari-soprattutto …. Alfaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Ma sono due ore che chiacchieriamo amabilmente di Abu Dhabi, dello sceicco, del mercato, del concerto di Sting, ma dirmi che assomiglio al fratello brutto di Voldermort no, eh?

“Eh? What? no…. ma…. no, ma io , veramente, ma io credevo che te lo fossi fatta apposta il trucco degli occhi, come si dice, smokey eyes!”

Non ce la posso fare.

Pubblicato marzo 20, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Antonio, por favor!   18 comments

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Elenco delle cotte imbarazzanti della Audrey

1. Doctor Spock di Star Trek.

Non ci sono scuse lo so. Leonard Nimoy era già vecchio anche da giovane. Ma io lo trovavo irresistibile. Sicuramente per quell’ossessione per la logica, per  quella freddezza impenetrabile, ma sopratutto per le orecchie a punta. Per lui ho imparato a fare il saluto vulcaniano che ancora oggi esibisco su richiesta specifica. Dopo il terzo bicchiere.

2. Capitan Harlock

Beh, il look era ineccepibile. Capello fluente, mantellone scuro, un occhio bendato e se ricordo bene leggero sfregio sotto l’altro occhio. Un gran figo. E poi quella canzoncina …. Una volta stavo per tornare a casa da una festa con un tipo il cui unico lato interessante era che gli amici lo chiamavano “Capitan Harlock”. Fortuna che mi sono accorta che il tipo non era affatto un cyber pirata astrale, ma solo uno sfigatello con una fissa per i mantelli e le Doc Martens e ho fatto ancora in tempo a prendere l’ultimo bus notturno.

3. Potsie di Happy Days

Embe` che c’è? Neanche avessi detto Ralph … Potsie mi piaceva perché era sempre sorridente e con la faccia pulita. Aveva le lentiggini come Ricky ma non era un insopportabile secchione. Era un po’ stupidello e non gliene andava bene una. Un vero principe azzurro! Alle mie amiche piaceva Fonzie che io invece ho sempre snobbato a causa del calzino di spugna bianco che si intravedeva tra il jeans e lo stivale da moto!E poi era vecchio, ma giocava a fare il giovane che mi pareva un po’ sospetto.

4. Joey di Friends

“How you doin’ …?” Irresistibile. Joey è la naturale evoluzione di Potsie. Faccina pulita, fisico prestante, sorriso accattivante e un cervellino piccolo piccolo. Il fidanzato ideale! Per tutta la serie mi sono chiesta come sia possibile che essendo Joey il mio preferito, tutti i miei fidanzati assomigliassero inevitabilmente a Chandler e alla fine abbia sposato un uomo che è la fotocopia di Ross. A parte che non studia i dinosauri, ma scommetto che gli sarebbe piaciuto.

5. Shane di “The L word”

The L word è in assoluto la serie televisiva che amo di più. Non ho idea se e quanto sia conosciuta in Italia, ma credo molto poco. Quindi questa entry forse non vi dirà granchè. Ve dovete fidà. Oppure se  proprio siete curiosone googolate e poi mi direte! Serie culto, piena di Lelle bellissime e Shane è la Lellina di tutte le Lelle!

Elenco delle cotte non imbarazzanti della Audrey

1. Antonio Banderas di Lègami

Ma quanto era fico? Ma quanto? Spero che tutti abbiate visto se non tutti i film di Almodovar, almeno questo. Banderas era bellissimo, bravissimo e super sexy. E Io ancora me lo sogno la notte.

Ora, dato che la mia lista di cotte imbarazzanti, ad esclusione di Ciccio di Nonna Papera, contiene la summa universale dello sfigato maschile, capirete che la mia unica entry nella sezione “cotte non imbarazzanti” riveste una certa importanza. Dovrebbe essere il mio momento di riscatto, la mia isola felice, il mio “Yes we can!” della memoria.

Dovrebbe.

Perchè adesso quando penso a Banderas non mi vengono più in mente addominali guizzanti e pensieri peccaminosi. Mi vengono in mente nell’ordine il Gatto con gli Stivali di Shreck e i biscottini al frumento della fresca fattoria. Ma Antonio? Oi Antonio? Ma ti rendi conto? Quando uno è stato per decenni il riferimento sessuale di una poveretta a cui se no rimanevano solo Mr Spock e Potsie, non puo` passare dall’addominale guizzante al gioco delle tre carte con una gallina! Oi! Ma non l’hai letta la sceneggiatura prima di firmare? O eri troppo occupato a familiarizzare con Rosita la gallina?
Antonio, io ti capisco, passati i cinquanta le sceneggiature non piovono da tutte le parti e, insomma, la villa con piscina qualcuno dovra` pure pagarla …. ma proprio la pubblicità del biscottino di frumento e il monologo con la gallina? Non potevi chiedere consiglio a Georgino che lui ha svoltato col caffe`, e oltre ai soldi si porta a casa integra la dignita` ?

Vabbe` ora vi saluto che mi e` venuta voglia di pucciare due o tre frollini nel caffe` che tanto dice Antonio che ora li fanno leggeri che lui al cioccolato non ci rinuncia!

Pubblicato marzo 13, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

La mousse al cioccolato dietetica della mia amica Claire   10 comments

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La mia amica Claire è una sagoma. Ogni volta che mi racconta qualcosa che implichi un attore o un artista o un uomo politico, finisce la frase con “tu vois qui est ….?” (“Hai capito di chi parlo?”).

Ad esempio.

“Sai Audrey, ieri sono stata ad una mostra di Picasso (anzi Picassò, come dicono dalle sue parti) tu vois qui est Picassò?” E io a dire che sì, vagamente, ne ho sentito parlare. Una volta.

Evidentemente mi considera culturalmente disagiata dato che sono nata a Roma, poverette me,  e non nel suo paesino della Vallonia che come ognun sa detta legge in fatto di arte e costume.

Ma le perdono tutto, perché è una brava ragazza e, dettaglio non trascurabile, c’ha un marito gentile e simpatico. E figo. Superfigo. Figo che la metà bastava. A dirla tutta  quel figo del marito della Claire è anche un santo. Ma lei naturalmente se ne lamenta in continuazione. Questa faccenda che i mariti degli altri sembrano sempre più verdi, un po’ come la storia dell’erba del vicino, andrebbe approfondita.

Credo che sia l’effetto specchio. Quando passo davanti ad uno specchio immediatamente tiro la pancia in dentro, butto il balconcino in fuori, tiro su il mento, spiano le rughe e sorrido leggiadra. Anche se un secondo prima stavo urlando con gli occhi di fuori e la giugolare prominente, come nei cartoni animati.

I mariti, in presenza delle amiche della moglie, danno il meglio di sè, diventano dei gioiellini di pazienza e disponibilità. “Ma certo cara, vai vai a farti un giro delle vetrine in centro, ce li porto  io i  bambini in piscina”.

Se ci organizziamo e stabiliamo un piano quinquennale di rotazione dei mariti, avremmo sempre dei figoni romantici e appassionati che ci portano la spazzatura fuori spontaneamente, anzichè quei bradipi spantofolanti col pigiama acrilico a rigolini.

Claire, sappi che in caso di rotazione io sono in lista per il primo turno.

Ma non divaghiamo. Il tratto distintivo della mia amica belga è quello di essere culinariamente disabile. Una volta ho provato a spiegarle come si fa il risotto …. ma niente. Neanche le basi del mestiere. Ho concluso dicendole di far bollire il riso Uncle Ben, aggiungere burro e parmigiano e accontentarsi. Perché proprio non era cosa per lei. In compenso, forse per recuperare terreno, qualche tempo dopo mi mandò una ricetta, a suo dire dietetica, della mousse al cioccolato.

“Claire, abbi pazienza, dietetica e cioccolato non possono stare nella stessa frase”

“Mais si, mais si. Non c’è zuccherò, non c’è burrò, Die-te- tique je te dis!”

Ora con una che pesa 40 kg compresa la giacchetta di jeans neanche mi ci metto a discutere di diete, e ho buttato la ricetta in un cassetto della cucina.

L’ho ritrovata qualche settimana fa, una sera che avevo amici a cena e per dolce avevo previsto la solita vergogna di Viennetta Algida che sta nel freezer per le emergenze. Mi sono ricordata che la ricetta era a prova di Claire dunque facilissima e rapidissima. E l’ho provata, vedi foto qui sopra. Non solo è stata un successone, ma su controllo degli ingredienti credo che la quantità di calorie per porzione giri intorno alle 180. Che insomma, proprio dietetica non direi, ma per una volta ci può anche stare. E` buonissima e facilissima.

Per 4 o 5 persone, fate fondere a bagnomaria 200 gr di cioccolato fondente (io uso il Noir de Noir della Cote d’Or in onore del Belgio, patria di pittori, scrittori e gente celebre in genere, ma va bene qualunque cioccolato di buona qualità).

Separate i tuorli di 4 uova e aggiungeteli alla cioccolata fusa. Montate a neve le chiare e incorporatele piano piano al composto di cioccolata e tuorli d’uovo. Mettete in frigo per un paio d’ore (ma  un’ora può bastare se anche i vostri ospiti cominciano a sbattere i cucchiaino contro il tavolo e a gridare “we want dessert! we want dessert!!” A casa mia solo serate di classe). Volendo, prima di metterla in frigo si può aggiungere uno sgluglu di buon vino rosso o di Grand Marnier, oppure una scucchiaiata di panna montata giusto prima di servire. Ma poi non è più dietetica. E non dite che non vi avevo avvertito neh??

Pubblicato marzo 5, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized

Ooooooommmmmmm Oooooommmmm Ooooooommmmmm   12 comments

grrrr

La giornata è partita maluccio.

“Come sarebbe parti giovedì?! La conferenza ad Abu Dhabi è da lunedì a venerdì, guarda, ho messo le date sul calendario in verde. Corrette, verificate e confermate. Non puoi partire già giovedì, ho un sacco di cose da fare per il weekend, abbiamo anche i biglietti per il teatro, ho prenotato la baby sitter ….porca miseria, Alfa, sempre la stessa storia!”

E infatti. Sempre. La. Stessa. Storia.

All’inizio dell’anno lavorativo, a Settembre,  Alfa mi consegna la lista approssimativa dei suoi viaggi di lavoro. Io segno le date sul mio diario in rosso, significa che sono da verificare e che potrebbero cambiare. Una volta che la segretaria prenota i voli, le date diventano verdi. Significa che sono confermate e che in quella settimana Alfa non è a casa e io mi organizzo di conseguenza.

Questo in un mondo perfetto. E la perfezione come tutti sanno non è di questo mondo. Sicuramente non di quello di Alfa.

Alfa sta alla precisione come la doppia debraiata sta ad una macchina col cambio automatico. Mio marito, per quanto abile statistico che macina numerini piccoli, grandi e con un sacco di virgole tutti i santi giorni, (e infatti lo pagano per andare ad Abu Dhabi a parlare davanti a delle diapositive piene zeppe di numerini grandi, piccoli, con tante frazioni, con le x e le y)  quando si tratta di orari e date è di un approssimativo da competizione. Se ci pensate è strano, in fondo orari e date sono sempre numeri, no? Quindi o mi conferma date sbagliate o si scorda quando le date cambiano. E io mi ritovo ogni volta a dover cancellare impegni per far fronte alla sua nuova agenda lavorativa. Se pensate che Alfa è in viaggio  circa una volta al mese capirete che mi sia leggermente alterata quando  stamattina fresco fresco mi dice che “dobbiamo fare attenzione che ci siano abbastanza camice pulite e stirate entro giovedì”.

Alfa usa il plurale maiestatis al contrario. Quando dice DOBBIAMO fare attenzione significa che IO devo fare attenzione alle sue camicie.

Insomma, il plurale indebito è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non erano neanche le 7 del mattino che già ero in modalità L’Esorcista, con la bava alla bocca e la testa che roteava di 360 gradi.

La cosa più graziosa che ho detto è stata ” … e quelle beeeeeep di camicie stiratele da solo! Beeeep! Beeeep!

Ho capito di avere esagerato quando ho sentito la gnoma chiedere al fratello “Ma che dici, la mamma vuole divorziare da papà?” Mentre già mi saliva il groppo in gola e i sensi di colpa galoppavano senza frontiere, quel mito di mio figlio rispondeva “Mah . Forse mamma chiederà il divorzio, ma papà si presenterà in tribunale il giorno sbagliato, quindi stiamo tranquilli!”

 

Pubblicato febbraio 28, 2013 da propriocomeaudrey in Uncategorized